CRONACA CITTADINA
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GIUNTI FIRENZE RUGBY 1931 - Comunicazione
ARRIVATI A DESTINAZIONE I PRIMI AIUTI DAL PADOVANI.
Donatella Bernini fa il punto della situazione.
"Allora,
è arrivato il primo camion partito dal Padovani
mi hanno appena telefonato dall'accampamento dell'Aquila .. ringraziano con le lacrime agli occhi ...
"solo i toscani potevano fare tanto e così ben organizzati."
Mi hanno detto che hanno bisogno urgente di:
- alimenti per ciliaci;
- libri;
- quaderni, penne, matite, album;
- gazebo;
- ombrelloni;
- vestiti comodi da adulti;
- impermeabili , cerate, ombrelli;
- accappatoi e asciugamani;
- bustine tipo beaty - per doccia - tipo campeggio;
- stivali di gomma dal n. 30 al n. 45.
Chiedono anche se dalla Toscana... gli possiamo mandare un pò di Chianti!!!
Non servono più alimenti, pannolini o vestiti per bambini"
Per informazioni:Donatella - 333 3233786 comunicazione@firenzerugby1931.it www.firenzerugby1931.it
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COMITATO EX PANIFICIO MILITARE - VIA MARITI
La stampa nei giorni scorsi riportava il caso dell'intervento edilizio di viale Corsica 27, indicato dal nostro Comitato
come uno dei casi esemplari di "mala edilizia" in zona, già nell'assemblea pubblica del febbraio 2007.
Per dirla con le parole dell' “Unita'”: "cantiere sequestrato, sei indagati per lavori in viale Corsica.
E' ancora Quadra", ossia "la società di progettazione amministrata dall'architetto Riccardo Bartoloni,
presidente dell'Ordine, dal geometra Vinattieri, dipendente comunale part-time e, fino al marzo 2004,
dal geometra Alberto Formigli", già presidente della Commissione Consiliare Urbanistica in Palazzo Vecchio.
Sull'argomento diffondiamo un comunicato curato da alcuni amici del Comitato, che hanno seguito la vicenda
fin dagli inizi, tra esposti dei residenti e (mancate) risposte del Comune.
(Per approfondimenti si raccomanda la consultazione delle pagine del nostro sito,
<http://www.coexpami.it> alla voce "Densificazione Edilizia")
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Domenici denunciato dai giornalisti per diffamazione
Questa mattina, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Firenze, in Borgo Ognissanti, il giornalista Franco Mariani, che attualmente in seno alla categoria ricopre l’incarico di Presidente Nazionale del Collegio dei Garanti dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI) e di Consigliere Regionale dei Giornalisti Uffici Stampa (GUS) della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), e con incarico speciale in seno al Consiglio Nazionale GUS, ha denunciato per diffamazione il Sindaco di Firenze Leonardo
Domenici per una frase ingiuriosa rivolta contro i giornalisti. La frase in questione, pubblicata virgolettata dal Corriere Fiorentino, inserto regionale del Corriere della Sera, a pagina 3 dell’edizione di sabato 6 dicembre 2008, è la seguente: “UNA FRASE DEL GENERE LA CAPISCE IL PRIMO GIORNALISTA NON IDIOTA QUINDI FORSE NESSUNO”. “La decisione di denunciare il Sindaco di Firenze Leonardo Domenici è stata sofferta — ha voluto sottolineare Franco Mariani — in quanto ho cercato di reprimere la rabbia per tale frase offensiva, rimanendo sorpreso anche per il fatto che il Sindaco ha anche diffamato sua moglie, in quanto anche lei è giornalista a La Nazione, ma poi, dopo il comunicato stampa del Comune di Firenze, con la quale si annunciava la possibilità di una querela, non quindi la querela, ma la possibilità, contro il quotidiano La Nazione e i colleghi Giuseppe Mascambruno, quale direttore, e Sandro Bennucci, quale estensore di un articolo sul Sindaco, tra l’altro per niente irrispettoso, ho, a malincuore, deciso, a differenza del Sindaco, non di annunciare ma bensì di presentare denuncia-querela.
Saranno i Magistrati a decidere se il Sindaco deve essere condannato per questa non felice e altamente offensiva frase nei confronti di oltre 100.000 giornalisti/cittadini italiani. La critica è un conto, anche perché, grazie a Dio, viviamo in una democrazia e in un paese dove vige la libertà di parola, ma questa non deve mai cedere il posto alla diffamazione, all’ingiuria, alle offese, come ha fatto in questo caso il Sindaco Domenici. Se con la sua frase voleva insultare la moglie, poteva farlo in maniera diversa, tra le mura domestiche. Se invece, come credo, aveva altre finalità dovrà pagarne le conseguenze sia in sede penale che in quella civile”
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Caro Senatore, la sua dichiarazione ci sembra inopportuna. Ma come ? Proprio ora ?
Ora che la Magistratura fiorentina ha finalmente alzato (appena appena) il coperchio, ed ha cominciato a venir fuori il verminaio? Ora? Guardi che ha sbagliato l'occasione!
Ci scusi se a noi sembra un'uscita direttamente collegata al disastro dell'amministrazione comunale di questa Città; per questa sua preoccupazione ha scelto un brutto momento, perchè si capisce proprio che è strumentale.
Ma si preoccupi che Firenze è stata lasciata nelle mani di costoro! si preoccupi dei cittadini, di come è stata "amministrata" la Città, dello sfacelo, della corruzione, delle scelte sbagliate e incompetenti, del mercato che è stato fatto, degli affari che stanno venendo allo scoperto, della concezione che si è avuta ( e che tutt'ora ) si ha della politica, della commistione affari-politica, di questo si proccupi!
Non dei Magistrati che stanno facendo il loro dovere!
Non ci si provi, non provateci a fermarli: la Città è al fianco dei Magistrati e li sostiene!
Caro Senatore, se il coperchio dovesse spostarsi un altro pochino, venga a fare quattro passi fra noi perchè a Firenze, lei lo saprà, la battuta è mordace e lei potrà sentire dal vivo cosa si dice in giro; se il vernacolo le riesce ostico è possibile avere traduttori istantanei e cogliere il senso del pensiero popolare nei riguardi del nostro sindachino, che l'è tanto onesto, poeromo infamato, e del Cioni poerino anche lui tanto bono che, con tutto il daffare che l'ha, trova pure posti di lavoro a' figlioli dei su' amici più cari, e insomma, di tutta la bella compagnia di Palazzo Vecchio. La Città è in fervida attesa...........................ma delle prossime puntate, perchè siamo solo al prologo.
La si accomodi, Senatore, noi ci si sta cominciando a divertire! Venga che le si fa posto fra i cittadini derubati, venga a ridere! anche se ci sarebbe da piangere!
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Firenze 20 settembre 2008
Normal;Ieri ha avuto inizio la sceneggiata e oggi c'è stato il gran finale: ormai l'area destinata alla realizzazione della città dello sport ,della Valle e del Grande Architetto Fuksas, è stata scelta: è quella di Castello, già destinata alle realizzazioni del 'piano fondiaria' peraltro regolarmente inserito nel Piano Strutturale, ovvero nello strumento urbanistico che il Comune si è dato.
O meglio, si sarebbe dato.
Domenici ha annunciato oggi che, coerentemente col progetto dello sport e della Valle e di Fuksas, urgentemente sarà portata una Variante al Piano, subito, prima che scada il suo mandato, e prima delle elezioni.
Allora viene da pensare un paio di cose, la prima delle quali è che hanno una gran paura di perdere Palazzo Vecchio, la seconda ( che però contraddice la loro paura) è che nella loro opinione i cittadini sono del tutto scemi e sprovveduti. N:B: E' stato precisato dal Tg Regione ( al cui confronto Tele Kabul era un esempio di libera informazione), che gli ettari interessati sono in realtà 60/80, il doppio di quanto comunicato ieri.
I sindaci delle ultime generazioni devono avere qualcosa di morboso che li porta fuori dalla realtà : prima le orrende pensiline ( Toraldo e Isozaki) di cui nessuno sentiva la necessità, poi il palazzo di giustizia ( progetto riciclato fra Ancona, Savona e infine Firenze) su cui per brevità non dico altro, solo riciclato; poi la tramvia e le sue devastazioni, infine l'ultima delirante uscita.
Cari saluti a tutti, con la preghiera di far circolare e inoltrare e soprattutto di smetterla con le micro-liste elettorali di cui si vocifera: quello che è in gioco non è una poltroncina da assessore, è la vita della città di Firenze e di quello che le sta intorno. A questo proposito, i Comitati della Piana: tutti zitti? Forse non hanno sentito. Prego girare anche a loro. Giovanna
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Firenze 19 settembre 2008
Cari Comitati e cari Amici,
avete raccolto l'informazione circa il "progetto Della Valle"per la realizzazione della cosiddetta "Città dello Sport"?
Si tratta di un mega progetto visionario di quell'esimio (?) ed illustrissimo(!) mio Collega (maiuscolo!) a nome Massimiliano Fuksas, che i fratellini della scarpa e dei calci, Della Valle ( a Firenze mancavano solo loro) hanno illustrato ai ns cari ed altrettanto illustri amministratori. Manco a dirlo gli amministratori, e davanti a tutti il sindaco, hanno esultato e si sono lanciati in altissimi osanna per la sorpresa (?????) e la bellezza (!!!????????) del progetto.Tema della discussione è stato, udite udite, DOVE REALIZZARLO?????
E' stupefacente che ancor oggi, come ai tempi delle esercitazioni accademiche di duecento anni fa, ci sia un architetto (!?) che si esponga senza vergogna a progettare opere estese 30-40 ettari (mica bruscolini) senza preventivamente conoscerne la localizzazione,
e quindi valutarne la fattibilità, la congruità, l'impatto con l'ambiente circostante. ( Chissà se si sarà domandato : "ci sta bene o ci sta male" tipo signora che sceglie un cappello"????).
Comunque si sa che per soldi si fa questo ed altro.
Almeno, caro ed illustrissimo Collega, almeno ti fossi informato dove sono le strade, anzi SE CI SONO le strade, come ci si arriva e come se ne esce.
E invece Tu, Illustrissimo, ti sei divertito ( come to solito, del resto) a disegnare, a sognare , un labirinto di laghi e laghetti, campetti, CENTRI COMMERCIALI (.....quelli le scarpe devono pur venderle..... scarpe e quant'altro....) ed una mega torta di mega stadio.
Ma il piano DellaValle-Domenici&C. è quello di localizzare il tutto a Castello, e dove sennò??? E ci vengono a raccontare queste storielle come
se non fossero già d'accordo su tutto. Che schifo.
Purtroppo in questa città i dementi non mancano, in primis quelli che vanno a delirare a Campo di Marte, quindi questo progetto buttato sulla bilancia elettorale avrà un grandissimo peso.
La Presidente del Quartiere, intervistata, ha detto che la localizzazione a Castello le sembra ottima:..."vicino all'Autostrada....Vicino all'Aeroporto...."
Vicino alla Tramvia, si potrebbe aggiungere, perchè potrebbe essere prolungata APPOSITAMENTE, fino alla nuova Città dello Sport, ed ai suoi
incubi. A spese di chi???? A spese loro???
Ma no, a spese nostre!!!.
Divulgate, diffondete, fate girare, inoltrate etc, ma non solo ai comitati e comitatini: ai vostri amici, parenti e conoscenti.
Coraggio, non ci mancava che questa. Ora mi piglia proprio lo sconforto e dopo la rabbia ho solo voglia di fare le valigie e salutare l'inclita compagnia.
Giovanna
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L’Autorita Governativa Nazionale di Controllo delle Risorse Idriche (COVIRI) condanna Publiacqua e ATO3 Toscana alla restituzione ai Cittadini di quanto fatto pagare indebitamente in bolletta (atto transattivo di 6,2 Milioni di Euro)
DIMISSIONI IMMEDIATE
DEL PRESIDENTE DI PUBLIACQUA S.p.A.
E
DEL PRESIDENTE DELL’ATO 3 MEDIO VALDARNO
VIA DALLA TOSCANA I POSSIBILI MANDANTI
SUEZ — ACEA — CALTAGIRONE & C.
Restituzione immediata ai Cittadini di quanto maltolto in bolletta
Basta agli attacchi ai Diritti e al salario dei Lavoratori di Publiacqua
RIPUBBLICIZZARE L’ACQUA E I BENI COMUNI
Con proprio dispositivo esecutivo, il COVIRI ha intimato all’ATO3 Medio-Valdarno e al Gestore del Servizio Idrico Publiacqua S.p.A. la restituzione ai Cittadini di quanto illegittimamente fatto pagare in bolletta a seguito della firma nel marzo 2007, dell’atto transattivo del valore di 6,2 Milioni di Euro, sottoscritto tra il Presidente dell’ATO3 e il Presidente di Publiacqua.
La stessa Autorità Governativa di Controllo ha nel contempo informato il Ministro competente e il Governatore della Regione Toscana, a vigilare sulla reale restituzione, di quanto dovuto ai Cittadini.
AVEVA VISTO GIUSTO LA RDB-CUB
quando il 23 Luglio del 2007
aveva indetto un presidio sotto la sede dell’ATO3 a Firenze per protestare contro gli aumenti in bolletta ritenuti illegittimi, varati dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito Territoriale del Medio-Valdarno, solo poche ore prima.
Presidio che ci vide fianco a fianco, con la Rete dei Movimenti dell’Acqua Pubblica, impegnati ormai da più anni in Toscana e nell’intero Paese, contro la mercificazione del Diritto all’Acqua e i processi di privatizzazione dei Beni Comuni.
Come RdB-CUB, insieme alla Rete dei Movimenti, restiamo, inoltre in attesa, che il COVIRI si esprima sulla correttezza dell’ATO3 e del Gestore Publiacqua relativamente alle misurazioni fiscali, a mezzo di contatori di portata, per la corretta determinazione della tariffa, secondo quanto previsto dalle leggi vigenti (quantità acqua potabile immessa in rete) e il tributo da pagare alle Provincie per le acque demaniali prelevate per avviarle alla potabilizzazione.
IL MODELLO PUBBLICO-PRIVATO VOLUTO DALLE FORZE POLITICHE
MAGGIORITARIE DELLA TOSCANA E’ FALLITO
RIPUBBLICIZZARE ACQUA e BENI COMUNI E’ UN ATTO DOVUTO
Con analoga determinazione, come RdB-CUB, continueremo il nostro lavoro di insediamento a tutela dei Diritti e il Salario dei Lavoratori di Publiacqua.
Firenze, 06/08/2008 Rdb-CUB Firenze
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Noi, famiglia Bellini residenti fino al giorno dell’esproprio,11 Gennaio 2008, in via di Mosciano n° 18 Scandicci-Firenze vogliamo con la presente portare alla luce una delle più brutte pagine di politica sociale subita.
Non sarà facile raccontare in modo breve e conciso mezzo secolo di inferno culminato in un susseguirsi di scelte ed azioni inimmaginabili in una Italia patria della cultura, del romanticismo, del genio e, pensavamo, della giustizia!
Ma, ancora increduli e frastornati vogliamo provarci; perché crediamo comunque nell’esistenza di quello strato sociale sensibile ed attento ancora capace di voler mettere freno alle ingiustizie!
ANTEFATTO:
La casa in via di Mosciano, 18 viene comprata dai nostri antenati negli anni’20 che, cercando sistemazione in campagna, individuarono in una ex bella stazione di sosta per le carrozze ai margini del paese ma a pochi passi dai mezzi pubblici la realizzazione dei propri sogni.
In questa realtà, adagiata alle pendici collinari di villa Antinori e di secolari vigneti ed uliveti la bella casa in solida pietra con terreno e pozzi artesiani era un prezioso traguardo.
Qui, nel 1935, vede la luce in nostro capofamiglia Franco ed e’ subito amore a prima vista, rimarrà legato alla propria terra fino in ultimo e nonostante tutto.
Qui vivrà con moglie e figli fino all’indimenticabile 11 Gennaio 2008.
FATTO:
A fine anni’50 ci comunicano che passerà proprio accanto a noi la nuova Autostrada A1 e mentre il “serpentone” cresce in maniera commisurata al boom economico ci accorgiamo presto quanto quel ”accanto” diventi un eufemismo!
Veniamo letteralmente schiacciati dal rumore, dallo smog, e dai continui danni causati alle strutture portanti, non ci dilunghiamo oltre in merito ma tutto è, eventualmente, ampiamente documentabile.
Iniziamo richieste di danni e di più attenzioni, almeno la messa in opera di barriere fonoassorbenti ma tutto cade nel vuoto, o meglio nel pozzo senza fondo dei potenti.
Grosse società che possono permettersi di giustificare con il progresso ogni angheria e valzer di dirigenti che possono mettere a tacere la propria coscienza in una burocrazia senza fine per cui è sempre carico altrui ogni responsabilità.
A quel punto niente è più possibile, nemmeno vendere; un bene fino a poco prima di indubbio valore diventa una montagna di mattoni destinati al macero.
Ma il bello doveva ancora arrivare, forse sarebbe più appropriato usare il proverbio “non c’è mai fine al peggio”, negli anni’90 viene progettata la terza corsia, ovviamente il metro circa che ci divide dal mostro d’asfalto non basta ed ogni ormai esacerbata questione va conclusa in una sola parola : esproprio!
Ovviamente ci sono state in tutti questi anni delle trattative per tentare di risolvere la questione ma mai un accordo che tenesse conto dell’effettivo valore di un immobile di simili caratteristiche né dei danni da noi subiti costretti a vivere “avvinghiati” alla peggior autostrada italiana!
MISFATTO:
All’alba del giorno 11 Gennaio 2008 mentre in casa si trovava solo Franco con uno dei figli, Francesco, uno schieramento di Ammistrazione Pubblica Sindaco in testa, Digos, Vigili, Carabinieri e quanto altro si potesse nemmeno lontanamente immaginare circondava l’abitazione lasciando immaginare agli ignari passanti qualche rocambolesca scena degna di un film d’azione.
Si è provato anche noi come famiglia a trovare nuovamente un accordo che mettesse fine a questo inferno di tutta una vita ma la società Autostrade, ormai ad un passo dalla certa meta, non era disposta ad offrire l’equo indennizzo utile per ricomprare un bene di pari caratteristiche; in mancanza di adeguate garanzie noi non potevamo far altro che opporci anche se in modo civile ed esclusivamente verbale all’esecuzione dell’esproprio.
Nessuno e’ stato da noi minacciato, nessuno ha imbracciato armi, noi vogliamo veder riconosciuti i nostri diritti e proprio nel diritto civile e costituzionale a cui ci appelliamo siamo i primi a credere.
L’epilogo di quella giornata surreale è ancora nell’aria, nella mente di tutti gli abitanti di un se pur crescente comune di campagna, dove tutti si conoscono, si salutano, si stimano.
Franco Bellini, artigiano accordatore di pianoforti che ha lavorato con artisti di fama internazionale, conosciuto e stimato come professionista e come uomo, viene barbaramente atterrato, sedato e ricoverato con un TSO, (trattamento sanitario obbligatorio), piegando così la sua volontà ed ogni suo diritto, nel vicino ospedale di Torregalli, reparto psichiatrico. Tale scelta, degna di una azione di pirateria più che di una operazione dell’ordine costituito, mina a nostro avviso gravemente il diritto e lede l’immagine di una persona sempre stata onesta, rispettosa e corretta.
Tanto è stato scritto dalla stampa locale sull’evento, riportiamo per tutti un articolo, quello che più ci ha sollevato l’animo in quei giorni, la dimostrazione di stima ed affetto di Don Carlo Maurizi, Parroco della Badia di Settimo :
http://www.comune.scandicci.fi.it/rassegne/bancadati/20080114/SIG1026.PDF
Franco ha dormito sotto sedativo per 8 ore e si è risvegliato in un reparto psichiatrico dove è stato trattenuto per tutto il tempo necessario ai facchini incaricati da Autostrade per “impacchettare”, e visto i danni riscontrati da noi oggi devono aver lavorato veramente con troppa fretta, 200mq di beni tra cui 8 “inseparabili” pianoforti ed alle ruspe per radere al suolo, dopo appena una settimana, il motivo del contendere.
Dispersi i 9 gatti che vivevano in giardino, morti i colombi e piccioni che si era cercato di ospitare presso un vicino ma che non si sono adattati in condizioni poco adeguate, probabilmente frantumate le tartarughe che svernavano in giardino così come sono state distrutte le piante che ci appartenevano.
Sorvoliamo sulla proposta vergognosa di ospitarci presso un Motel a cavallo tra la A1 e la A11 e accenniamo appena, per dovere di cronaca, alla locazione momentanea procurata dal Sindaco di Scandicci, Simone Gheri, in un agriturismo della zona che Autostrade aveva garantito di pagare fino a che non si fosse trovata una nuova sistemazione abitativa e di cui, a riflettori spenti, nessuno poi si è fatto più carico dopo poche settimane facendo pervenire a noi le fatture con cifre da capogiro.
Si è più volte cercato di concludere la faccenda ma ad oggi, nonostante Autostrada abbia preso possesso dei nostri beni da ormai quasi 6 mesi, non è stato versato un solo centesimo di indennizzo, neanche la cifra minima stabilita dalla legge.
La stampa locale ha dedicato molto spazio alla nostra causa ed una “pioggia” di manifestazioni d’affetto e solidarietà ci ha confortato lasciandoci sperare in una sensibilità e senso di giustizia ancora esistenti.
Alcuni insegnanti ci hanno raccontato che in seguito alla vicenda dei bambini, profondamente colpiti e turbati, hanno fatto il tema su esproprio e demolizione.
PROLOGO:
Visto il costo elevato “dell’esilio forzato” a cui eravamo chiamati ad ottemperare e l’impossibilità di riappropriarci di una vita propria in una camera d’albergo abbiamo passato giornate convulse a visionare immobili ma nessuno rispettava le caratteristiche minime necessarie e soprattutto nessuno rientrava nei parametri fissati dall’esiguo compenso stabilito, nel medesimo comune, a parità di condizioni di immobile, suddetta cifra rappresentava circa un terzo del valore di mercato.
La disperante urgenza ha prevalso ed il compromesso, raggiunto comunque non con l’indennizzo mai visto bensì grazie ad aiuti e debiti che presto andranno onorati, ci ha visti costretti a cambiare comune sradicando così non per propria scelta una famiglia dalla terra di origine, acquistando una casa con il minimo spazio essenziale a contenere quasi tutti i nostri precedenti beni ma di inferiori caratteristiche ambientali e strutturali e sacrificando tutto il giardino, l’orto ed ogni spazio per piante ed animali, l’indipendenza dai vicini, la maggioranza dei servizi e la vicinanza di parenti ed amici.
Noi, famiglia Bellini, giustiziati in attesa di giudizio, convinti comunque che la giustizia non sia né di destra né di sinistra bensì appannaggio di uno stato e di una società civile chiediamo ad ogni organo di stampa, politico o sociale, nonché ad ogni singolo cittadino ancora capace di indignarsi davanti alle ingiustizie quell’attenzione ed aiuto necessari a risolvere l’ormai spinosa questione.
Referente per quanto sopra ed a nome dell’intera famiglia:
Francesco Bellini FrancescoBellini@email.it Telefono 347-6222223
Consenso trattamento dati:
Io, Francesco Bellini, referente per quanto sopra raccontato a nome della mia famiglia in seguito all’esproprio subito il giorno 11 Gennaio 2008 ed alla vicenda in generale autorizzo ai sensi e per gli effetti di quanto disposto dal D.Lgs del 30 Giugno 2003, n.196 Codice in materia di protezione dei dati personali la raccolta e conservazione del presente documento.
In fede,
Francesco Bellini
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Suicidi a Sesto F.no, non solo per sfratto.
Vi alleghiamo alcuni articoli apparsi oggi sui media. Ma se andate su Google constaterete che la notizia rimbalza su decine di siti. Purtroppo noi — con l’UI di Sesto F.no e l’Ufficio Legale - siamo in grado di sapere nei dettagli tutto quello che è successo e anche gli antefatti.
Bisogna stare attenti a buttarla in “politica” locale; e non è nemmeno scontato di derivare da questa tragedia delle indicazioni generali. C’è anche questo e di più.
C’è una casa con i ricordi di chi se ne era già andata — la figlia — la sua stanza, le sue foto, i suoi vestiti; tutto come allora. C’è una vita di coppia che si conclude con un suicidio laico, una eutanasia per andarsene senza trascinarsi oltre.
Giusi, la segretaria dell’UI di Sesto, era amica dei due coniugi; c’era stata il giorno prima, avevano parlato, pareva che il marito si fosse convinto di accettare la proposta del Comune. Il giorno dopo, cioè ieri mattina, Giusi come faceva di solito ha telefonato a casa loro, e nessuno ha risposto. Ha pensato al peggio, è andata all’abitazione, ha suonato e nessuno ancora rispondeva. Ha chiamato una vicina e insieme sono salite. La porta d’ingresso era socchiusa. E’ stato terribile quello che si presumeva. Hanno chiamato il 113: la polizia ha suggerito comunque di entrare e vedere. Ed era quello.
Che dire?
Ci sono emarginazioni silenziose, riguardano i nostri, gli “indigeni”, che arrivano allo sfratto dopo altre disgrazie: qualche settimana fa a Novoli eravamo a bloccare lo sgombero di una donna separata, operata di tumore, con una figlia molto disturbata e un cane come sua sola compagnia. Altre volte delle anziane sole da anni, che non sanno come fare, trasferirsi, cambiare tutto. Oppure ragazze invecchiate in lavori precari, con continui spostamenti, in ospitalità sempre meno possibili. Ed ancora, tanta malattia mentale, tanti psicofarmaci. Non immaginate nella nostra consulenza quanto spesso ci occupiamo di faccia sconvolte, di occhi lucidi, di ossessioni!
C’è tutto un popolo che non si organizza, che spesso non vuole nemmeno fare più i bandi: noi quando possiamo diventiamo un po’ la loro famiglia allargata. Ma non nella quotidianità del groviglio che entra nella loro testa e distrugge la speranza di riemergere.
C’è un popolo di solitari, di famiglie ridotte all’osso, di congiunti dispersi, non solidali spesso; e possono essere anche altri figli che si scansano.
Pietro Angela in un suo libro ci invita a fare più figli! Ma forse per molti è troppo tardi. E tra anziani? Dovremmo stabilire qualcosa di non istituzionale, non le RSA, ma una rete di mutuo soccorso, di un vicinato riorganizzato, con meno badanti e più passa parola. Ma è tutto molto pesante da concepire e da fare.
E’ la nostra una comunità indebolita, fragilissima, impaurita. Che altro dire?
Certo, che almeno non ci sia la ferocia di Stato, che non si arrivi all’agonia degli accessi con l’Ufficiale Giudiziario, a rinvii umilianti, a cause perse in partenza, visto che non c’è più nulla che protegga gli inquilini.
Che si decida quando siamo a questi estremi di requisire l’alloggio da decenni abitato, nel quale c’è una vita sofferta — non solo mura, non solo rendita immobiliare e tanto cinismo proprietario di andare sempre fino in fondo.
Potremmo riportare le frasi degli aventi causa espresse nelle udienze, il non credere ai problemi che il nostro legale esponeva, la sottovalutazione assoluta delle questioni “umane”. Cose di ordinaria durezza.
Ma basta così. Con tanta amarezza.
REDAZIONE FIORENTINA DI WWW.UNIONEINQUILINI.IT
Firenze, 8 luglio 2008
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Oggetto: corsi e ricorsi storici: tutto vero!
Da: Atti del Consiglio Comunale di Firenze 1926 vol.I pag.177.
odg: TRANVAI FIORENTINI
Il Sindaco Antonio Garbasso replica ad una interrogazione ( sono quasi tutti in camicia nera ndr) e dice:
" C'è la teoria degli amici più zelanti di Firenze, i quali vorrebbero che tutta la città vecchia....rimanesse inalterata, fissa nello stato in cui si trova il 30 marzo 1926, perchè riportarla indietro non sarebbe possibile.
Io citerò una frase tipica di questa aspirazione, che è stata detta da Ferdinando Paolieri che vedrebbe come un sogno la Piazza del Duomo e la Piazza S.Giovanni ridotte ad un prato verde come il prato che circonda il Duomo di Pisa. Ora io questo non lo posso accettare ......
Si era pensato ad un solo binario di raccordo fra la via Roma e la via Martelli.In ogni modo a questo si è rinunziato......
Ma l'aver rinunziato a quei 20 30 metri di binario che non avrebbero dato noia a nessuno, che avrebbero soltanto spostato quelle automobili che ora stazionano in vicinanza del Battistero.......non importa per noi nessuna rinunzia al concetto che Firenze deve rimanere una città viva.
Il Dami in quell'articolo ( la Nazione ndr) che ho ricordato diceva:" pensare di mettere il tram fra il Bigallo e S.Giovanni è indice di una mentalità.".......
Come conclusione io devo dir questo : mi auguro che gli artisti rinunzino allo spirito di denigrazione reciproca. Vorrei che gli artisti impiegassero tutto il tempo a fare delle opere degne. Allora nessuno potrebbe fare delle obiezioni se accanto a S.Maria del Fiore o al Battistero si venissero a costruire anche degli edifici moderni......."
........
Breve commento.
Si noti che dagli atti citati emerge un "progetto di Galleria " che avrebbe messo in comunicazione
il complesso Duomo- Battistero con Piazza S. Lorenzo."edifici moderni".
Si noti pure che il giornalista Dami aveva espresso il proprio dissenso
con la frase, "indice di una mentalità", il cui stile è degno di Gilberto Govi in" Manezzi pe' maià 'na figgia".
Eppure, poveraccio, aveva sfidato bastonature e olio di ricino. Esempio per i pennivendoli attuali.
Far girare grazie.
Nelle mie ricerche negli archivi comunali ho trovato altre perle che non mancherò di comunicarvi. Giovanna
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E' morto Michelangelo Caponetto, un mio amico, un amico di molti.
La mia generazione è stata segnata dalla sua presenza, alla Facoltà di Architettura, a Firenze.
Era il 1968, le facoltà erano occupate, era nato il Movimento degli studenti: lui stava finendo il servizio militare in galera perchè aveva denunciato
le violenze subite dalle reclute e non aveva voluto ritrattarle. Signorno' , piuttosto la galera, e l'aveva fatta.
La sua dirittura morale, la sua intransigenza, nasceva dall'educazione Evangelica Valdese: mi confidò che qualcuno in famiglia aveva vagheggiato per
lui un futuro come Pastore, dal momento che a tredici anni era già lettore (commentatore) biblico;credo che sia arrivato ad aderire al marxismo quando
questa strada si unì alla strada della cultura ed alla maturazione di un animo mite, ma che non tollerava l'ingiustizia, soprattutto contro i deboli.
Così era e così è rimasto fino alla fine.
In quegli anni la stampa locale e la mala lingua fiorentina lo dipinsero come un mostro sanguinario a cui erano da addebitarsi ogni manifestazione, ogni
occupazione, ogni scontro con la polizia, ogni vetro rotto, ogni professore strattonato.
Si sbagliavano perchè lui era un fine politico, un libertario, e secondo me perfino a volte un po' ingenuo,
dal momento che nella sua vita si è occupato poco di se stesso e molto degli altri, restando amico di tutti anche di quelli che gli stavano voltando le spalle.
Li chiamava " i miei figli, sono tutti miei figli", e mi riferisco precisamente ai tanti che nei fatti non gli sono più stati amici, nella sua facoltà; quella facoltà per cui
lui aveva un rispetto profondo e sincero, per cui quando diceva cose tipo "il preside della facoltà di architettura" poco mancava che si alzasse in piedi, per cui quando
faceva lezione o esami anche se c'erano 35 gradi lui si era sempre vestito in giacca.
Sono particolari, però rendono l'idea.
E aveva un grande rispetto e amore per la cultura, per l'arte, per Firenze, per l'amicizia, che onorava con la sua generosa ospitalità.
Ciao Michelangelo, stai bene, so che ora ti è stata aperta una porta più grande: ti proteggerà con le sue ali e troverai rifugio sotto
le sue penne, ti porteranno sulle loro mani, affinchè il tuo piede non inciampi nei sassi.
Giovanna
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Grazie Giovanna, la redazione del sito si riconosce nelle tue parole.
Ciao Michelangelo
la Redazione
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REFERENDUM INCENERITORE (a Campi Bisenzio-FI):
UNA BELLA VITTORIA PER ANDARE AVANTI
Le cifre sono chiare e senza appello: 11.000 votanti, quasi l'85% di no al primo quesito, quello proposto dell'amministrazione comunale, che si è battuta strenuamente per il sì; quasi il 90% di assenso al quesito dei Comitati. Questi sono i dati del referendum di Campi Bisenzio, che dovrebbe subire, come tutti gli altri Comuni della Piana, le nocività del previsto nuovo inceneritore di Firenze..
"Loro" si sono fatti contare, e sono meno del 5% degli elettori, meno di uno su venti: questo è oramai il consenso a un sistema politico inqualificabile, oramai prossimo alla malavita.
- Nonostante i 650.000 euro stanziati dalla provincia di Firenze per una martellante propaganda filoinceneritorista.
- Nonostante si siano chiamati a raccolta sindacati e organizzazioni varie di supporto.
- Nonostante si siano mobilitati tecnici compiacenti, pochi, ma che hanno parlato a nome di Istituzioni pubbliche che dovrebbero essere imparziali.
La volontà dei cittadini è chiara: adesso tutti a casa, gli amministratori che non rappresentano più nessuno, a cominciare dal sedicente "sindaco" ("prosindaco", com'è definito dai tg locali: una carica nuova di cui non sapevamo niente?) Chini, che nessuno ha eletto e che, in barba a ogni legge, dirige il Comune di Campi.
Questo magnifico risultato chiede a tutti noi di fare un passo avanti, di riprendere in mano e difendere la democrazia e il governo dei nostri territori, non possiamo sottrarci.
Salute
Michelangiolo Bolognini
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COMITATO DI VIA MONTEBELLO grazie L.Domenic G.Cioni
FIRENZE COME BERLINO:
DOPO I ‘MURI’ ECCO LA TORRE D’AVVISTAMENTO
Installato un “Check point Charlie” anche nella città di Dante
Una moderna “cortina di ferro” è definitivamente scesa su Lungarno Vespucci. Dietro quella linea, che i fiorentini possono attraversare soltanto sotto l’occhio vigile di guardie armate e telecamere a circuito chiuso, è stata installata ieri anche una torre d’avvistamento in acciaio, una specie di valico di frontiera, che collega il settore americano a quello fiorentino della città. Il nuovo “Check Point Charlie” rende il Consolato statunitense di Firenze una delle sedi diplomatiche più ‘blindate’ del mondo: il gabbiotto metallico è alto circa 4 metri ed è fornito di comandi elettronici, luci alogene e impianti di condizionamento. Non è escluso l’utilizzo di vetri anti-proiettile. Gli U.S.A. hanno eretto la torre sulla strada, accanto al marciapiede, deturpando la vista del giardino di Villa Favard.
Questa iniziativa, come la precedente installazione delle gigantesche fioriere di cemento “stile cimitero” che chiudono tutte le vie di accesso al Consolato, è stata presa dal comando statunitense senza avvertire il sindaco Domenici, a capo dell’altra parte della città. La divisione di Firenze in due giurisdizioni separate all’altezza di Lungarno Vespucci risale al gennaio 2003. All’epoca lo stesso Domenici, fino a quel momento responsabile dell’intera città, aveva rassicurato i fiorentini che il provvedimento sarebbe stato provvisorio
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COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE
LA TRAMVIA A FIRENZE,
TRA PROGETTO DI INFRASTRUTTURA
E PROGETTO URBANO
In margine ad un seminario
organizzato dal Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del territorio
presso la Facoltà di Architettura
Il 24 maggio si è svolto il secondo di tre interessanti seminari organizzati dalla Facoltà di Architettura, Dipartimento di Urbanistica, dedicati al governo del territorio in Toscana. Quest’ultimo era dedicato alla tramvia. Oltre alle relazioni di Maurizio Morandi, Marco Massa, Giovanni Mantovani (consulente del Comune di Firenze), il seminario presentava una proposta di Francesco Alberti, anch’egli dell’Università di Firenze, per un più corretto inserimento della Linea 3 nel tessuto urbano.
Quest’ultima proposta ha suscitato il reale interesse dei partecipanti, anche di quelli contrari a questa tramvia.
Partendo dal dato di fatto della scelta fatta dall’Amministrazione comunale per un trasporto pubblico di superficie in direzione di Careggi (la Linea 3, appunto), Alberti assume un punto di vista metodologico per studiare il rapporto fra infrastruttura e rendimento sociale; ha approfondito in particolare i temi della valorizzazione degli spazi pubblici e del potenziamento dei percorsi pedonali in rapporto alla nuova infrastruttura, ponendosi il problema della funzionalità dei fronti strada, della riorganizzazione del traffico, della protezione delle zone residenziali ecc.
Dopo aver analizzato alcuni nodi problematici del tracciato, proponendo una soluzione per salvare gli alberi di via dello Statuto e un’importante modifica di percorso nella zona di via Vittorio Emanuele, Alberti ha concluso con un giudizio impietoso sull’opera, mettendo in evidenza i limiti del progetto, la sua obsolescenza, l’estrema povertà delle soluzioni sin qui adottate, soprattutto se confrontate con un’ampia gamma di esempi europei analoghi.
Non possiamo qui dare conto dei numerosi interventi programmati: otre a quelli dei relatori, quelli di Raimondo Innocenti (Preside della Facoltà), di Giuseppe Matulli (Vicesindaco) di Giovanni Maltinti (IRPET), di Adriano Poggiali (Regione Toscana), di Mario Preti (Consulente per la mobilità del Comune di Firenze).
Ci preme qui tuttavia segnalare una nota di fondo di molti interventi, che in certi momenti ha assunto il tono sgradevole come di un accordo preventivo contro tutte le iniziative dei Comitati di cittadini, sempre dipinti come retrivi, reazionari, antimoderni e chi più ne ha più ne metta.
La cosa è apparsa tanto più antipatica perché, sotto la sapiente regia della giornalista Ilaria Ciuti, lo spazio per il dibattito è stato minimo soprattutto per chi era contrario.
Per questo sentiamo il bisogno di fare alcune precisazioni
I residenti di vari quartieri che si oppongono alla tramvia non lo fanno per ragioni ideologiche o politiche, perché sono di destra o di sinistra. Chi lo crede non vede, o non vuol vedere, la realtà. I cittadini si oppongono principalmente per il modo con cui questa tramvia è stata concepita, legittimata e fin qui realizzata.
Se ad ogni cantiere che si apre si forma un presidio di protesta, questo non avviene per rifiuto della modernità, della “slow city” di stampo europeo o per un retrivo rifiuto del trasporto pubblico.
Giancarlo Paba, in uno dei pochi interventi fuori programma, ha elencato alcuni dei fallimenti dell’Amministrazione comunale nel campo dei lavori pubblici, inanellati uno dopo l’altro nel corso degli ultimi 10 anni: il sottopasso di viale Strozzi, quello di Piazza Vittorio Veneto, il parcheggio della Fortezza da Basso, quelli di Piazza Ghiberti e di Piazza Beccaria, il nuovo viale Talenti e perché no, anche la nuova Piazza Alberti. Soluzioni errate per spazi pubblici ricchi di potenzialità. Occasioni perdute di sconcertante miseria formale, senza alcuna idea circa la qualità dei luoghi comuni, che impoveriscono la città.
È proprio il fallimento di tutte queste opere a provocare la sfiducia e il discredito verso le procedure istituzionali tanto paventato da alcune relazioni. Il cittadino, mentre quotidianamente sopporta le code del viale Talenti o di via di Novoli, sa che questi pesanti sacrifici serviranno solo a produrre quel tipo di risultati che già conosce e che la cosa si prolungherà per molto tempo. Anche quando saranno realizzate le tre linee le ristrettezze continueranno, perché solo quando tutta la rete sarà entrata in funzione (anche verso est), il servizio pubblico potrà produrre una effettiva riduzione del traffico privato; ce lo dice Mantovani.
Come ha detto giustamente Maltinti dell’IRPET, la scelta di fare la tramvia è stata una scelta inconsapevole e la sua progettazione procede come se si facesse un cane cominciando dalla coda. Il progetto è autoreferenziale, separato dal resto della città e le soluzioni sono ricercate a cantiere aperto, come più volte candidamente ammesso dagli stessi Amministratori.
Il personale che per conto dell’Amministrazione segue il progetto (si badi bene, non i tecnici della concessionaria Tram di Firenze che si occupano di problematiche più propriamente trasportistiche), che dovrebbe rappresentare l’interfaccia urbanistica, è lo stesso che ha prodotto tanti sconfortanti risultati. Sembra che alcuni docenti di Urbanistica non abbiano mai incontrato questo personale. I cittadini invece sì, in diverse occasioni. Hanno visto come si sta progettando quest’opera.
Sono un drappello sparuto di persone che appartengono agli uffici della Direzione Nuove Infrastrutture, che, senza nessuna preparazione specialistica, procedono a tentoni. Ma dov’è la cultura urbanistica? I frutti avvelenati della lunga gestione D’Elia hanno lasciato il segno. Del resto l’intera struttura tecnica comunale è volutamente smobilitata, a favore di collaborazioni temporanee. E ciò proprio nel momento in cui ce ne sarebbe più bisogno per via del sempre maggior ricorso a strumenti concertativi complessi (Programmi, Società di trasformazione, Project financing, ecc). Lo stesso ing. Mantovani, che è sicuramente uno specialista dei trasporti, non pretende di invadere il campo della pianificazione e si appella (inutilmente) agli urbanisti (che non ci sono) con l’unico risultato di venire portato in giro come una Madonna per nascondere il fatto che quella struttura tecnica non c’è.
Ecco come nascono i progetti autoreferenziali!
Possibile che debbano essere i cittadini a insegnare queste cose - che sono sotto gli occhi di tutti - agli urbanisti della Facoltà di Architettura?
I fiorentini sanno anche che la legittimazione di quest’opera è molto dubbia. Non è vero, come si sente dire, che fosse prevista dal Piano Vittorini. Il Piano adottato nel ’93 infatti “subiva” la opzione tranviaria solo per la linea 1, frutto di precedenti orientamenti sostenuti da un vago referendum dell’88. Per il resto effettuava una scelta, giusta o sbagliata che fosse, di rete metropolitana.
In una dichiarazione del ’94, proprio all’Università, Vittorini chiariva il problema. Prendendo atto che da più parti si stava proponendo la trasformazione della metropolitana (leggera o pesante che fosse) in rete tranviaria, dice che occorrerà “una nuova riflessione sui parcheggi, sulle connessioni intermodali, sul traffico, - non breve né semplice — che può essere avviata fin da ora, prima dell’adozione del piano, e può essere sviluppata successivamente, in sede di controdeduzioni”. Ora, poiché le controdeduzioni a quel Piano sono state fatte entro il ’96, non crediamo che questa riflessione ci sia stata.
Le decisioni assunte dall’Amministrazione Primicerio e confermate fino ad oggi hanno riproposto grosso modo il tracciato della metropolitana trasformandolo però in tracciato di superficie, senza tenere conto dei diversi impatti sul tessuto urbano e senza promuovere alcun dibattito pubblico.
Come mai, per esempio, i cittadini si sono trovati da soli a denunciare la folle soluzione di far passare la linea 1 dentro il parco delle Cascine, con un impatto devastante sul più importante parco pubblico della città i cui danni saranno pienamente visibile a lavori finiti?
A Firenze tutti sanno queste cose ma stranamente non le sa il Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del territorio, soprattutto quando di fronte c’è il vicesindaco Matulli.
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